Per matrimoni a Salerno e le feste di compleanno, laurea ed altri eventi a Salerno interpretiamo la filosofia del Boho party qui a Villa Wenner.
Boho chic vs. Shabby chic
Tramontata per sempre l’era di Rachel Ashwell?
Chi negli ultimi anni non ha mai partecipato ad una festa dove lo stile delle decorazioni non fosse interpretato in chiave rigorosamente “shabby chic”, alzi la mano. Qualsiasi fosse la sede prescelta per il ricevimento. Anche la piccola città in cui vive chi sta scrivendo non ha fatto eccezione. Tutte le location a Salerno si sono vestite, almeno una volta, di panni shabby. Discoteche incluse. Ma vediamo come è nata questa moda e perché ha fatto il giro del mondo. Rachel Ashwell, l’ideatrice dello stile shabby chic, è nata nel 1959 a Cambridge nella perfida Albione, la madre era restauratrice di bambole d’antan e il padre era proprietario di una libreria specializzata in libri rari e antichi. Un ottimo DNA per inventare uno stile di interior decoration che sa di soffitta della nonna, di ritinteggiatura di mobili dimenticati, di riuso creativo, di suppellettili obsolete, di palette di colori che ricordano la patina polverosa del tempo: dal bianco ai delicati toni poudre. Negli anni 80 la bella Rachel si trasferisce in California e, forte del suo bagaglio di tradizione, dà vita ad un vero e proprio concept di way of life che si declina in innumerevoli filoni: il filone arredamento, il filone biancheria per la casa, il filone decorazione per eventi. Nascono negozi specializzati ed eserciti di interior designer e di event planner attingono a piene mani alle cifre di questo nuovo style. Dopo appena qualche anno anche gli scaffali degli empori cinesi si riempiono di oggettini “shabby chic”fabbricati l’altro ieri: gabbiettine bianche di gusto vittoriano che possono fungere da fioriere per centrotavola o da portacandele, sedie tinteggiate di bianco che lasciano intravedere le venature del legno, cuscini romantici con applicazioni di pizzi e merletti, dolcissime scatoline portagioie che ben si prestano ad essere trasformate in romantiche bomboniere. Ed ecco che in tutte le case vengono “sdoganati” da vecchie madie e da cantine dimenticate centrini tricottati ad uncinetto e comodini porta pitale da “shabbare” con una vernice bianca o color grigio chiaro. Un successo decisamente planetario! Dovuto anche ad un fattore fondamentale: l’economicità! Sì perché, se ti rivolgi ad un architetto alla moda per “rivisitare” il look di casa tua, come minimo, se il tuo consulente aderisce alla corrente “minimal – jap”, ti ritrovi un preventivo di restyling che prevede una spesa di decine di miglia di euro! E tutto questo per svuotare gli ambienti in cui vivi. Invece, se hai un vecchio tavolino, un pezzo di carta vetrata e un barattolo di vernice bianca, voilà, l’atmosfera shabby chic è creata e tutto questo puoi farlo da solo. Di più, a beneficio delle soffitte e delle cantine che gridano giustizia, a differenza del minimal, lo stile shabby adora la ridondanza. Parola d’ordine: trasformazione, non eliminazione! In un periodo in cui l’abbondanza di rifiuti rappresenta un grave problema per il nostro pianeta, la filosofia del riuso di Rachel Ashwell si è posta come una vera e propria rivoluzione; se si digita su Google “shabby chic”, escono migliaia di risultati che rimandano a centinaia di riviste, di siti web e di blog dedicati totalmente a questo stile. Una rivoluzione, questa, paragonabile solo forse all’invenzione, nell’abbigliamento femminile, della minigonna da parte della grande Mary Quant, che ha cambiato il mondo riducendo il metraggio di tessuto necessario a coprire le gambe delle donne. Fenomenale soprattutto l’adesione completa a questo bianco mondo da parte di chi si occupa di ricevimenti . Non c’è event o wedding planner che si rispetti che non abbia avuto negli ultimi 10 anni richiesta di creare atmosfere di questo genere. Ma si sa, la moda è effimera e capricciosa: cambia e si trasforma in fretta. E allora, dopo lunghe stagioni di candide e polverose romanticherie, ecco qualche novità in fatto di ambientazione e di decorazione. Negli ultimi anni, più che una vera e propria rivoluzione, il mondo dell’interior design sta registrando una sorta di evoluzione. Ora è di scena il BOHO CHIC, figlio sicuramente in qualche modo dello stile shabby, ma connotato di elementi diversificanti fondamentali. Vediamo di capire innanzitutto cosa significa BOHO (il termine chic, a cui la parola boho è abbinata è di immediata comprensione). Se consultiamo il sito Garzanti per la linguistica, viene fuori questa definizione:
Boho-chic: si dice di uno stile di abbigliamento che abbina elementi hippy, etnici o casual (p.e. gonne ampie e svolazzanti, stivali alla cowboy, jeans ecc.) a elementi molto raffinati ed eleganti (p.e. gilet e casacche di pelliccia, tuniche ricamate ecc.)
Etimologia: ← voce ingl.; comp. di boh(emian) ‘bohémien’ e chic.
Ma bohémien, esattamente, cosa significa? Il termine in sé riporta anche ad un’origine “gipsy”, ossia gitana. Bohémien, comunque, è’ stato sinonimo per oltre un secolo di: vita condotta fuori dagli schemi tradizionali; di vita, dunque, “libera”. E allora? Come si traduce tutto questo in termini di stile, di ambientazione etc.? Cosa ci suggerisce questo mix di elementi?
Innanzitutto, l’origine “gipsy” del nome, suggerisce COLORE. Ecco dunque che cominciamo a discostarci dalla ferrea palette shabby. Basta dunque alla dittatura del bianco e delle tinte pastello polverose per dare spazio a tutti i colori della natura. Via libera al giallo e al rosso dei fiori, al blu intenso del mare, ai verdi forti della vegetazione e all’arancio e al viola dei nostri tramonti. Ecco quindi che le decorazioni boho si discostano da quelle shabby e si colorano di tinte inaspettate. La libertà che contraddistingueva la vita bohémien si traduce in termini d’arredo e di ambientazione nella nonchalance con cui si può accostare un tappeto antico kilim ad un pezzo di ceramica ultra moderno. E per quanto riguarda l’elemento hippy che parzialmente connota questo nuovo stile, welcome back alle coroncine di fiori che negli anni 70 ornavano le fronti femminili, e di vita nuova godranno balze e romantiche rouche che caratterizzeranno gli abiti. I tessuti? Rigorosamente naturali: dai lini alle canape in estate, ai velluti e ai cretonne nelle stagioni più fredde E sempre con un occhio alla natura e alla cultura del riuso, i decori floreali che allieteranno gli spazi di queste feste boho chic, avranno come supporto materiali di riciclo: barattoli di vetro che hanno contenuto legumi o recipienti in metallo destinati al giardinaggio. Il tutto in un’ottica di produzione a km 0: dai decori floreali (dove il fiore di campo la farà da padrone), al menù per il ricevimento che contemplerà solo ingredienti locali e bio. Gli elementi d’arredo che adotteranno le location avranno come denominatore comune mobili eco-friendly: gli spazi verdi avranno sedute create rigorosamente in eco- pallets o in balle di fieno. I boho party dunque, hanno una forte connotazione green nonché vintage e starà all’abilità e all’esperienza dell’event planner il mixare tutti gli ingredienti e tirar fuori dal cappello una festa di successo.
Nei prossimo post vi diremo come noi di Villa Wenner, per matrimoni a Salerno e le feste a Salerno interpretiamo la filosofia del Boho party